GRUPPO LETTORI E ANIMATORI LITURGICI  

La Messa è costituita da due parti, la “Liturgia della Parola” e la “Liturgia Eucaristica”. Esse sono strettamente congiunte tra di loro da formare un unico atto di culto.

Nella Messa, infatti, viene imbandita tanto la mensa della Parola di Dio (Ambone: luogo da cui si proclama la Sacra Scrittura), quanto la mensa del Corpo di Cristo (Altare); e i fedeli ne ricevono istruzione e ristoro (Principi e norme per l’uso del Messale romano, 8). Quindi il momento della proclamazione della Parola di Dio ha un’importanza pari al momento della Consacrazione.

Ogni momento della liturgia della parola è strettamente legato all’altro. Ecco perché è richiesta la presenza di tutti fin dall’inizio. Fin dall’inizio infatti si instaura un dialogo intenso tra Dio che parla e la comunità dei fedeli che risponde e grande dovrebbe essere il desiderio di tutti di non perdere una sola sillaba di ciò che Dio ha da comunicarci attraverso la proclamazione delle Sacre Scritture.

 

Liturgia della Parola

Quello che sembra essere una semplice sequenza di momenti rituali e di testi da leggere in vista di un messaggio da ritenere si rivela in realtà, alla luce del fatto che Cristo è presente in ogni annuncio della parola, un vero dialogo di salvezza tra due soggetti: Dio, che parla al suo popolo riunito in assemblea liturgica e, in un crescendo di rivelazione, giunge fino alla piena manifestazione di sé nel vangelo del Figlio; l’assemblea dei fedeli che, disponendosi ad accogliere la rivelazione di Dio, gli risponde nella preghiera e nel canto. I ministeri ordinati del presbitero e del diacono, come pure i ministeri laicali del lettore, del salmista e degli operatori musicali si pongono al servizio di questo dialogo di salvezza, animandolo dall’interno.

 

Chi sono i lettori?

Il lettore: Servitore della Parola

Il lettore, nell’ambito delle celebrazioni liturgiche, svolge un vero e proprio ministero a lode di Dio e per il bene della comunità radunata in preghiera. Egli è uno strumento nelle mani del Signore il quale, in primis, parla a lui, poi apre la sua bocca e gli affida la “missione” di parlare agli uomini in suo nome. Il Lettore, mediante la sua voce, dà corpo al testo della Scrittura e l’assemblea intera accoglie ciò che Dio vuole dire al mondo. Perciò il servizio della Parola non può essere improvvisato, ma esige un’organizzazione e una preparazione.

Nella nostra Parrocchia il Gruppo Liturgico ha iniziato qualche tempo fa a formare un Gruppo Lettori al quale, secondo un calendario condiviso, viene affidato il compito di proclamare la Parola di Dio nella celebrazione delle S. Messe domenicali e festive.

Il lettore deve cercare d’imprimere nel suo cuore e in quello dei fedeli il messaggio di Dio e far si che porti frutto, in modo da realizzare la scrittura del profeta Isaia:

«Come la pioggia e la neve
scendono dal cielo
e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare,
così sarà della parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata». 
(Is. 55,10-11)

I documenti del dopo Concilio in tema di liturgia insistono ripetutamente sulla necessità che i lettori siano “veramente idonei e preparati con impegno” attraverso un cammino di formazione “biblica, liturgica e tecnica”. Lo scopo di tale formazione non è certo quello di creare professionisti della lettura, ma di far capire anzitutto che l’azione liturgica del leggere la Parola di Dio ha un’importanza fondamentale nell’economia della celebrazione, poiché è soprattutto da come vengono lette le letture che dipende se la Parola di Dio giunge al cuore dei fedeli oppure no: ciò è fondamentale affinché la Parola agisca e sia efficace.

Il lettore è l’ultimo anello in una catena di trasmissione: il profe­ta o l’apostolo parlavano molti secoli fa, le loro parole furono fissate nel libro ispirato, altri le hanno tradotte e preparate per la celebrazione, e ora un determinato lettore le proclama alla comunità. Per quanto sia sublime la teologia di Isaia o di Giovanni o di Paolo, se il lettore non la comunica in modo efficace o se il microfono non fun­ziona, sarà difficile che si stabilisca un dialogo pieno di vita tra Dio e la sua comunità.

Il ministro “lettore” quindi non si improvvisa: è un “ministro” scelto allo scopo. Idoneità e preparazione che esige una preparazione tecnica e spirituale, cioè una formazione biblica e liturgica nell’inquadrare le letture nel loro contesto e coglierne il senso alla luce della fede, nel percepire il senso e la struttura della liturgia della parola e il suo rapporto con l’Eucaristia. Non è, per quanto concerne il lettore, questione di sesso o di età, ma di reali capacità di capire ciò che si legge e di farlo capire con il tono della voce, la dizione, l’articolazione delle parole, i ritmi, le pause, il fraseggio, gli stacchi, soprattutto, il rispetto dei vari generi letterari.

Ma tutto questo, richiesto dalla natura della parola di Dio proclamata nell’atto liturgico di fronte all’assemblea cui è rivolta, non si può seriamente ottenere da un lettore estemporaneo. È questione di verità, di dignità, di serietà, anzi di fede: è un servizio da rendere all’assemblea, non un favore, né uno scontato diritto da concedere al singolo fedele.

 

Il commentatore o animatore liturgico 

Il suo compito è quello di guidare l’intera celebrazione, di essere il “cordone ombelicale” tra il rito e l’assemblea, attraverso alcuni brevi interventi fatti in modo opportuno e al momento opportuno.

Oltre all’introduzione iniziale della celebrazione, vi può essere una monizione prima di ogni lettura (ed eventualmente del salmo) oppure un’unica monizione all’inizio della liturgia della Parola. Queste monizioni sono spesso indispensabili al fine di fornire all’assemblea una chiave dì lettura che l’aiuti ad entrare in sintonia con i testi che verranno proclamati e di conseguenza al fine di consentire all’omelia di avere un saldo punto di partenza in letture ascoltate e capite da tutti. Le introduzioni o monizioni alle letture devono essere: brevi, semplici, chiare (non anticipazioni all’omelia o mini-omelie), preparate con cura; non semplici riassunti ma testi avvincenti che cerchino di evidenziare l’aggancio con l’attualità, con ciò che stiamo celebrando oggi, eventualmente messe sotto forma di domanda in modo da stimolare l’attenzione. Per certe letture (soprattutto per quelle più difficili) l’introduzione è indispensabile.

Inoltre vi possono essere anche altri brevi interventi all’atto penitenziale, alla presentazione dei doni, alla Comunione, prima di alcuni canti…

Il commentatore dev’essere una persona diversa dai lettori; non deve salire all’ambone, ma stare in disparte perché non proclama la Parola di Dio. È indispensabile che sia un animatore esperto e ben preparato, dotato di un vivo senso di responsabilità, che non si limiti a leggere monizioni scritte da altri e che sappia essere sobrio e discreto, evitando ogni forma di protagonismo.