Quale famiglia oggi: riflessioni e testimonianze alla luce della “Amoris Laetitia”

Da anni si dibatte sulla crisi della famiglia che in qualche modo riflette e si riflette sulla crisi più generale che investe i molteplici settori dell’attività umana: è crisi di identità, di ruoli, economica, politica, culturale, religiosa, valoriale.

Tale crisi è logica conseguenza di quell’evoluzione e di quel progresso che negli ultimi decenni sono stati segnati da una forte accelerazione.

È quindi più che mai necessaria una riflessione critica, piuttosto che una semplice analisi, per recuperare valori inalienabili e non demonizzare i mutamenti e le problematicità.

La pubblicazione della Esortazione Apostolica postsinodale “AMORIS LAETITIA”, che Papa Francesco ha voluto avvenisse il 19 marzo, nella solennità di San Giuseppe, raccoglie i frutti dei lavori sinodali svoltisi nel corso di un biennio, appunto in un ampio dibattito sulla famiglia.

Nella serata di venerdì 22 aprile il Centro Culturale San Magno ha voluto avviare un primo approccio ai contenuti del corposo documento “AMORIS LAETITIA”.

Il giornalista legnanese Gianni Borsa ha proposto una lettura dell’articolata trattazione: un testo concreto che pone attenzione all’esperienza domestica, affronta temi delicati, si preoccupa delle fragilità, riscopre il valore dei sentimenti.

Il Papa – sottolinea Borsa – ribadisce con convinzione dei punti fermi, quali ad esempio l’indissolubilità e la fecondità, tuttavia la dottrina non deve sanzionare, ma comprendere e costruire una famiglia tenendo conto anche dei contesti culturali.

Viene indicata una nuova prospettiva al progetto di vita degli sposi, quella di un cammino missionario.

Nel corso della serata, in linea con lo stile pedagogico dell’Esortazione apostolica si è data voce all’esperienza vissuta, alla quotidianità fatta sicuramente di begli ideali, di buoni principi che tuttavia si snodano lungo una strada che presenta ostacoli, che comporta fatiche.

Si sono alternate due coppie di coniugi.

La prima coppia, costituita da due giovani sposi, Marta e Marco Crotti, ha presentato l’esperienza dell’incontro e la scelta di formare una famiglia come momento che si colloca all’interno di un progetto più grande, “il Progetto di Dio”.

Questa consapevolezza è per loro sostegno per affrontare le fragilità e i dolori che la vita presenta.

Anche per Maria e Paolo Zambon, coppia con più anni di matrimonio alle spalle, essere famiglia significa vivere la quotidianità alla luce del Vangelo che per loro significa vivere pienamente la dimensione di coppia prendendosi cura reciprocamente, avere cura costante ma non assillante dell’educazione dei figli, essere aperti all’incontro e all’accoglienza verso le altre famiglie.

Sicuramente le sollecitazioni emerse sia dal Documento Pontificio che dalle testimonianze di esperienze domestiche richiedono ulteriori approfondimenti che verranno inseriti nel programma di attività del Centro Culturale San Magno nelle prossima annata.

Maria Teresa Padoan